Un'educativa lezione di economia (ma in tedesco)
A volte, seguendo i dibattiti televisivi sull'euro, dove le ragioni degli €uristi vengono in genere fatte apparire ben più convincenti di quelle degli italiani (ma ancora per poco), si incontrano economisti che sono in realtà cabarettisti. Ce n'è in particolare uno (una collaudata macchietta neoliberista) che appare su varie reti con abiti sgargianti e stupefacenti, provenienti dal guardaroba del presentatore del Circo Togni.
Accade però anche il contrario. Esistono infatti cabarettisti che sono veri economisti, come Max Uthoff e Claus von Wagner, nel formidabile programma televisivo tedesco Die Anstalt, dove l'anno scorso (maggio 2017) hanno efficacemente spiegato il surplus commerciale della Germania, con un bellissimo sketch, che vi invitiamo a vedere (dura solo dieci minuti).
Anche Prodi ci ha parlato spesso dello stesso argomento, seriamente, ma arrivando a conclusioni diverse e completamente diseducative. Dopo avere criticato il mercantilismo tedesco finisce infatti, invariabilmente, con l'accettarne la logica e i ricatti. Tutto si risolve sempre, infatti, con la "seria politica della formica", di provata inefficacia. Una resa all'austerità teutonica.
Le ragioni che rendono l'euro economicamente insostenibile, tra le risate del pubblico, grazie a due cabarettisti risaltano invece molto meglio, e altrettanto bene si comprende come la cultura della competizione, che ha ispirato e regolamentato la moneta unica, sia il principale, insormontabile ostacolo alla sua riforma.
Accade però anche il contrario. Esistono infatti cabarettisti che sono veri economisti, come Max Uthoff e Claus von Wagner, nel formidabile programma televisivo tedesco Die Anstalt, dove l'anno scorso (maggio 2017) hanno efficacemente spiegato il surplus commerciale della Germania, con un bellissimo sketch, che vi invitiamo a vedere (dura solo dieci minuti).
Anche Prodi ci ha parlato spesso dello stesso argomento, seriamente, ma arrivando a conclusioni diverse e completamente diseducative. Dopo avere criticato il mercantilismo tedesco finisce infatti, invariabilmente, con l'accettarne la logica e i ricatti. Tutto si risolve sempre, infatti, con la "seria politica della formica", di provata inefficacia. Una resa all'austerità teutonica.
Le ragioni che rendono l'euro economicamente insostenibile, tra le risate del pubblico, grazie a due cabarettisti risaltano invece molto meglio, e altrettanto bene si comprende come la cultura della competizione, che ha ispirato e regolamentato la moneta unica, sia il principale, insormontabile ostacolo alla sua riforma.
Visitando il canale di Youtube Tiffy T.F., da cui il video proviene, con sottotitoli in italiano, si scoprono tante cose sulla Germania. La prima è che non tutti i tedeschi pensano come noi pensiamo che pensino. Cioè come Prodi.
E allora ci è venuta un'idea. Dal momento che le linee di indirizzo per l'insegnamento dell'economia politica nel secondo biennio degli istituti tecnici (fascia di età 17-18 anni) prevedono, tra le conoscenze, "scambi internazionali e caratteristiche del mercato globale", e tra le abilità il saper "individuare e riconoscere le interdipendenze tra sistemi economici e le conseguenze che esse determinano in un dato contesto", il video è pienamente in tema. Può essere un bello spunto, oltre a tutto divertente, per introdurre con la LIM un'unità didattica sul commercio internazionale, che prima o poi va fatta.
L'idea centrale è elementare: surplus e deficit solo l'uno lo specchio dell'altro. Perché un paese sia in surplus un altro deve essere per forza in deficit. Pretendere che tutti siano in surplus è una follia. Un sistema costruito su questa idea (è bene essere in attivo mandando gli altri in passivo attraverso una crescente competitività) tende alla propria disgregazione ed è determinato da una pulsione autodistruttiva.
Quanto allo stratagemma utilizzato nello sketch, l'altalena basculante dell'asilo (o meglio della scuola dell'infanzia, per evitare un termine che le nostre maestre giustamente rifiutano): è un sussidio didattico che funziona sempre, con grandi e piccoli.
E alla fine, se la classe si documenta e lavora bene, qualcosa sarà chiaro: che la "seria politica della formica", imposta dal nazionalismo mercantilista tedesco, non è la soluzione ma il problema.
Arriverà il momento in cui la Germania segherà definitivamente il proprio ramo.
RispondiEliminaL'oscenità è che presunti economisti invece di aiutare il Paese a capire le regole economiche, talebanamente prostrati al Mercato, dall'alto dei loro curricula, cospargono di fumo la realtà.
E' necessaria un'opera rieducativa del paese che passi, senza dubbio alcuno, per il ruolo fondamentale della scuola.
Ben vengano gli spunti degli sketch!
A scuola è comunque difficile. La confusione tra cultura europea, europeismo ed eurismo è massima. Eppure i valori su cui è stata costruita la moneta unica (competitività, divieto di solidarietà, esaltazione della concorrenza) sono l'esatto contrario di quello che normalmente si insegna a scuola.
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