Proseguendo nella consultazione del dizionario della moderna pedagogia in lingua inglese non possiamo trascurare le soft skill: ce le chiede l'Europa, a coronamento delle competenze di cittadinanza ordoeuropea.
Le soft skill costituiscono un importante insieme di competenze trasversali, che vanno dagli attributi personali, ai tratti del carattere, alle capacità comportamentali e relazionali, comunicative e sociali, necessarie per il successo, nel lavoro come nella vita di tutti i giorni. Non ci troviamo, pertanto, di fronte a specifiche abilità tecniche o a conoscenze applicate (hard skill), ma ad attitudini (sviluppabili e coltivabili) che interessano più piani, spaziando dal sociale al personale, dall'interazione con gli altri alla consapevolezza di sé.
Un docente veramente capace e pienamente formato non potrà prescindere, nel proprio insegnamento, dalle soft skill, vista la loro importanza nel mercato del lavoro, sicuramente decisiva, considerando che nelle grandi e più dinamiche aziende non vi è recruiter (selezionatore di risorse umane) che non le ponga al centro delle proprie ricerche e valutazioni.
Una mappa completa delle soft skill supererebbe i confini di questo scritto divulgativo, necessariamente limitato e sintetico, non finalizzato alla stesura di un repertorio esaustivo. Attingendo dai più accreditati studi statunitensi ed europei è però doveroso ricordarne alcune, a cominciare dal PROBLEM SOLVING (l'attività organizzata del pensiero, capace di sciogliere i nodi problematici con soluzioni originali e creative, tanto richiesta dalle imprese interessate all'innovazione), che rinvia al TEAMWORK (l'attitudine al lavoro di squadra, una costante imprescindibile in azienda), che presuppone EMPATY (la capacità di immedesimarsi e di comprendere lo stato d'animo dei colleghi). In una simile prospettiva l'ASSERTIVITY (la capacità di esprimere in modo netto e chiaro idee, posizioni ed emozioni, nel rispetto degli altri e nella consapevolezza dei personali limiti) si associa alla STRESS RESISTANCE (la resistenza alla fatica fisica e mentale, con la forza di reagire ad eventuali, passeggere frustrazioni), in vista del conseguimento di FLEXIBILITY and ADAPTABILITY, l'abitudine a rendere flessibile la propria formazione e le proprie mansioni in un continuo processo di miglioramento e di di adattamento alle richieste del MERCATO.
D'altra parte le soft skill non si apprendono sui libri di testo scolastici, ma devono essere acquisite nel corso di un percorso educativo e formativo di qualità. Si conseguono, come risulta dalle più importanti ricerche e indagini transnazionali in ambiente UE, nel corso dell’esperienza di vita personale e lavorativa. Spesso imprenditori e recruiter ne lamentano la mancanza, sulla base di una lunga esperienza nei colloqui di lavoro, o ravvisano, anche nei canditati che non ne sono del tutto sprovvisti, l’incapacità di renderle manifeste. Ciò accade di frequente nel contesto italiano, da questo punto di vista ben al di sotto degli standard OCSE, nonostante i recenti sforzi per ridurre il gap.
Le soft skill costituiscono un importante insieme di competenze trasversali, che vanno dagli attributi personali, ai tratti del carattere, alle capacità comportamentali e relazionali, comunicative e sociali, necessarie per il successo, nel lavoro come nella vita di tutti i giorni. Non ci troviamo, pertanto, di fronte a specifiche abilità tecniche o a conoscenze applicate (hard skill), ma ad attitudini (sviluppabili e coltivabili) che interessano più piani, spaziando dal sociale al personale, dall'interazione con gli altri alla consapevolezza di sé.
Un docente veramente capace e pienamente formato non potrà prescindere, nel proprio insegnamento, dalle soft skill, vista la loro importanza nel mercato del lavoro, sicuramente decisiva, considerando che nelle grandi e più dinamiche aziende non vi è recruiter (selezionatore di risorse umane) che non le ponga al centro delle proprie ricerche e valutazioni.
Una mappa completa delle soft skill supererebbe i confini di questo scritto divulgativo, necessariamente limitato e sintetico, non finalizzato alla stesura di un repertorio esaustivo. Attingendo dai più accreditati studi statunitensi ed europei è però doveroso ricordarne alcune, a cominciare dal PROBLEM SOLVING (l'attività organizzata del pensiero, capace di sciogliere i nodi problematici con soluzioni originali e creative, tanto richiesta dalle imprese interessate all'innovazione), che rinvia al TEAMWORK (l'attitudine al lavoro di squadra, una costante imprescindibile in azienda), che presuppone EMPATY (la capacità di immedesimarsi e di comprendere lo stato d'animo dei colleghi). In una simile prospettiva l'ASSERTIVITY (la capacità di esprimere in modo netto e chiaro idee, posizioni ed emozioni, nel rispetto degli altri e nella consapevolezza dei personali limiti) si associa alla STRESS RESISTANCE (la resistenza alla fatica fisica e mentale, con la forza di reagire ad eventuali, passeggere frustrazioni), in vista del conseguimento di FLEXIBILITY and ADAPTABILITY, l'abitudine a rendere flessibile la propria formazione e le proprie mansioni in un continuo processo di miglioramento e di di adattamento alle richieste del MERCATO.
D'altra parte le soft skill non si apprendono sui libri di testo scolastici, ma devono essere acquisite nel corso di un percorso educativo e formativo di qualità. Si conseguono, come risulta dalle più importanti ricerche e indagini transnazionali in ambiente UE, nel corso dell’esperienza di vita personale e lavorativa. Spesso imprenditori e recruiter ne lamentano la mancanza, sulla base di una lunga esperienza nei colloqui di lavoro, o ravvisano, anche nei canditati che non ne sono del tutto sprovvisti, l’incapacità di renderle manifeste. Ciò accade di frequente nel contesto italiano, da questo punto di vista ben al di sotto degli standard OCSE, nonostante i recenti sforzi per ridurre il gap.
Non è comunque mai facile travasare le soft skill nel traballante lessico della nostra desueta pedagogia. Bisogna purtroppo ammettere, ancora una volta, che su questo terreno sensibile siamo rimasti molto indietro rispetto al mondo anglosassone, la locomotiva della globalizzazione. Tuttavia, a ben riflettere, è possibile trovare anche nella nostra modesta tradizione nazionale qualche precedente culturale capace di avvicinarci alla comprensione delle soft skill, in qualche modo traducendone almeno lo spirito, se non la piena e completa teoria.
Ma passiamo subito ad alcuni esempi italiani che possano aiutarci a colmare la lacuna:
Ma passiamo subito ad alcuni esempi italiani che possano aiutarci a colmare la lacuna:
Assertivity
Dicesi assertività la capacità di esprimere pubblicamente, in modo netto e chiaro, personali idee ed emozioni. Attraverso l'assertività il lavoratore definisce la propria posizione in azienda e il proprio ruolo nel team dei colleghi, rispettandoli e sollecitando la loro approvazione.
Empaty
Empatia. Capacità di immedesimarsi nei colleghi e di comprendere le loro emozioni. Indispensabile nel lavoro di gruppo.
Stress resistance
Resistenza allo stress. Capacità di resistere alla fatica fisica e mentale, sopportando passeggere frustrazioni e/o eventuali umiliazioni, soprattutto se provenienti da colleghi e superiori.
Frase chiave: "Com'è buono Lei..."
Teamwork
Capacità di lavorare in gruppo, con spirito d'iniziativa, creatività e dedizione, condividendo la mission aziendale, nel team dei colleghi, come ci si attende da un'efficace ed efficiente risorsa umana.
Parola chiave, nei casi estremi: "BANZAI!"
Problem solving
Capacità di risolvere problemi, nell'interesse proprio e dell'azienda, assumendo spontaneamente decisioni creative, insieme alla posizione lavorativa più adatta alle richieste del mercato e alle personali competenze e attitudini.
"AHI AHI AHIA..."
Flexibility and adaptability
Non vi è recruiter che non ricerchi nell'aspirante la capacità di rendere flessibile la propria formazione, fluide le proprie mansioni, mobile il proprio profilo, in un continuo processo di miglioramento e di adattamento alle richieste aziendali.
Questa adattabilità, in particolare, quale risposta alle sfide della concorrenza e della globalizzazione, stimolando lo studente a diventare servile imprenditore di se stesso, occupa un posto speciale tra le competenze chiave europee e riassume in sé l'intero pacchetto delle soft skill.
L'imprenditorialità, infatti, secondo la strategia di Lisbona, genera la società basata sulla conoscenza più dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro, nel quadro di un'economia sociale di mercato fortemente competitiva.
Lifelong learning, per tutta vita: BANZAI! AHI AHI AHIA...
Lifelong learning, per tutta vita: BANZAI! AHI AHI AHIA...