venerdì 22 febbraio 2019

La concorrenza premia il merito e difende i cittadini?

Vi propongo un interessante esperimento mentale. Seguite con attenzione il seguente spot. Non è richiesto un grande sforzo. Dura solo pochi secondi. Tenete presente che lo spot è realizzato dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (l'Antitrust) in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico. Viene da una fonte governativa del nostro paese e ha tutti i crismi dell'ufficialità. Si tratta, secondo chi lo ha prodotto e diffuso, di un esempio di buona comunicazione, di alto valore sociale ed educativo. La voce delle istituzioni. 
Buona visione:


Lo spot fa parte di una campagna istituzionale (ripeto istituzionale) sui frutti della concorrenza. Ne riporto il commento, tratto dal sito dell'authority:
"La campagna istituzionale “I frutti della concorrenza”, realizzata dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, mette in evidenza come la realizzazione di un ambiente competitivo aumenti il benessere della società nel suo complesso. Gli effetti, infatti, non riguardano solo il tessuto imprenditoriale ma hanno ricadute e effetti benefici su tutta la collettività e il consumatore finale, incentivando l’innovazione, creando nuovi posti di lavoro, premiando il merito e riducendo le disuguaglianze. L’iniziativa si fonda quindi sul concetto che la concorrenza premia il merito, difende i cittadini, tutela i consumatori e riduce le disuguaglianze."
"L’Autorità intende, con la sua azione di vigilanza e di tutela, costruire un ambiente sempre più favorevole alla leale competizione. In questo contesto, l’informazione istituzionale su larga scala rivolta ai cittadini, costituisce uno degli strumenti per il rafforzamento del processo di consapevolezza del consumatore che diventa soggetto attivo e collaborativo all'interno del processo produttivo."
Chiedo a questo punto: com'è andato l'esperimento? Come inquadrare lo spot? Vi è piaciuto? In particolare: vi sembra felicemente istituzionale?
Se i "frutti della concorrenza" vi hanno appagato, passate pure oltre (non c'è più niente da fare per voi). Se invece, come mi auguro, nel corso della visione avete sentito che qualcosa non andava, o addirittura avete provato, come mi aspetto, un certo senso di ripugnanza, l'esperimento continua. Si tratta ora di capire da dove proviene quel disagio. E dove può portare.

Il secondo passo dell'esperimento consiste nel rivedere lo spot senza sonoro, accompagnandolo con il seguente commento di presentazione, che non è che una parafrasi con rielaborazione di quello originale:
"La campagna istituzionale "I danni della concorrenza", realizzata dall'Autorità Garante della Solidarietà e della Difesa del Cittadino dal mercato, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, mette in evidenza come la realizzazione di un ambiente competitivo miri al benessere di alcuni a discapito della società nel suo complesso. Gli effetti della competizione, infatti, mentre avvantaggiano pochi imprenditori, scaricano sulla collettività i loro costi sociali, sui lavoratori e sui consumatori finali, privilegiando il profitto immediato, disincentivando la ricerca e l'innovazione, non preoccupandosi delle ricadute negative sull'occupazione. L'iniziativa si fonda quindi sul concetto che la concorrenza non riconosce i veri meriti, opera al di fuori degli scopi sociali, nuoce ai cittadini, non tutela i consumatori e fa crescere le diseguaglianze."
 "L’Autorità intende, con la sua azione di vigilanza e di tutela, costruire un ambiente sempre più favorevole alla leale cooperazione, disincentivando l'individualismo competitivo e antisociale. In questo contesto, l’informazione istituzionale su larga scala costituisce uno degli strumenti per il rafforzamento della consapevolezza del cittadino, che da consumatore passivo diventa soggetto attivo e collaborativo all'interno del processo democratico."
Funziona? Direi di sì. Le immagini che scorrono sul video (campi coltivati, paesaggi trasformati dall'ingegno umano, lavoratori e tecnici all'opera) vanno bene anche per il secondo commento. Anzi, rappresentando il lavoro collettivo, sembrano adatti a esaltare la cooperazione, l'unità di intenti e la solidarietà piuttosto che la competizione. Dunque lo spot, completamente cambiato di segno attraverso il rimaneggiamento della presentazione, funzionerebbe ancora meglio. Ovviamente in senso opposto.

In realtà entrambi i commenti, applicati a un contesto così generico e scioccamente edificante, risultano unilaterali e poco significativi. La collaborazione solidale e la competizione in vista di un premio non possono infatti essere esaltate o condannate in astratto. La solidarietà sembra un bene, ma a volte (ad esempio all'interno di un sodalizio criminale) diventa complicità e omertà. La competitività è una molla potente per il raggiungimento di molti obiettivi, soprattutto nel gioco e nello sport, ma in tanti altri campi produce disastri (per esempio quando si tratta di tutelare il risparmio, la salute, la sicurezza e il benessere collettivo).
Solo nelle rozze ideologie tutto dipende e viene determinato da una sola parola, da un solo concetto, da un'unica e sempre valida ricetta. E in effetti lo spot sulla concorrenza che premia il merito è rozzamente ideologico e banalmente diseducativo, riproducendo una serie di luoghi comuni tipici del liberalismo economico.
Insomma, ci fanno pagare, attraverso canali istituzionali, un po' di propaganda neoliberista spacciandola per informazione. E il terzo passo dell'esperimento mentale consiste in questa riflessione: qui la falsità è piuttosto evidente e perciò meno pericolosa, ma come la mettiamo con tutto il resto dell'informazione, che, anche se in forma meno appariscente, è per lo più costruita nel medesimo modo e secondo gli stessi pregiudizi ordoliberali?

Nessun commento:

Posta un commento